Enzo Giacchero

L'On. Enzo Giacchero fu senz'altro uno dei massimi artefici di Italia '61. Su Internet e' presente una dettagliata biografia a cura di Donato D'Urso. Di seguito riportiamo soltanto la parte inerente il suo impegno per Italia '61:


"Un impegno di tutt’altro genere fu per Giacchero quello legato alle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia.

Nel 1961 Torino organizzò grandiose manifestazioni cui parteciparono tutte le regioni d’Italia, ventuno nazioni e organismi internazionali. Con legge del 30 dicembre 1959 fu costituito un Comitato nazionale che fece propria la sigla di “Italia 61” e s’insediò il 21 luglio 1960 sotto la presidenza di Giuseppe Pella e con Enzo Giacchero come Segretario generale. Giacchero, dopo l’impegnative esperienza di “Italia 61”, fu Direttore generale della Società per l’autostrada Torino-Piacenza (S.A.T.A.P) dal 1963 al 1968."

Uomini di Italia '61 

di Antonio Antonucci


Ho avuto due volte l'occasione di incontrare il Segretario Generale di Italia 61, On. Enzo Giacchero. Se l'adulazione e l'insincerita' non avessero rese sospette tante parole, non avrei dovuto dire "occasione", un termine troppo neutro ma "piacere". Non lo dico ma l'ho avuto.

Per evitare confusione di idee, cominciamo col definire che cos'e' un Segretario Generale. Segretario Generale e' colui il quale sa tutto (anche i segreti) di una grande azienda o di un personaggio importante, ne coordina i movimenti e ne esgue gli ordini. Il segretario Generale di Italia '61 e' tutt'altra cosa.

Il segretario Generale di Italia 61 non rientra nella definizione genrale. Italia 61 nacque con un Comitato Centrale, organo collegiale di 40 membri, le cui decisioni dovevano passare dalla Giunta Esecutiva per diventare... esecutive. Toccava poi al Segretario Generale, coadiuvato dai suoi, l'attuarle. La complessita' dei lavori da compiere, la loro urgenza, il poco tempo disponibile, hanno spesso invertito quest'ordine: e cioe' il Segretario Generale e' stato costretto a prendere iniziative rischiose, in attesa di piu' alte delibere. Il che, come vedremo, gli procuro' qualche noia.

Intanto, presentiamo l'uomo. Egli nacque a Torino il 25 febbraio 1912, da padre e madre astigiani, gente "all'antica", quando i nomi proprii andavano con le lettere maiuscole, e si teneva molto a non sciupare le proprie. Gente onesta, cioe', e di fiero carattere. Il padre era ingegnere, ed e' ingegnere anche lui.

- Quanto dire - osservo - che lei ama le scienze esatte.

- Si, e odio quindi le chiacchiere dei lunghi discorsi.

Quelli ufficiali, va da se'. Gli altri si possono anche interrompere. In proposito, l'on. Giacchero mi racconta di quand'egli nel '49 era membro dell'Associazione Parlamentare del Consiglio d'Europa (c'erano allora anche Churchill e MacMillan) e un americano era dolcemente stupito delle lunghe chiacchiere che vi scorrevano. Per esprimergli in forma d'apologo questo suo dolce stupore, l'americano gli ricordo' una facezia del suo paese, che e' questa: un farmer (contadino di grande fattoria) assume un novizio e, dovendosi allontanare per qualche ora, gli indica dove sono i vari mangimi da distribuire. Al ritorno, egli e' stupito da un grande frastuono: sono le sue oche che parlano tutte insieme. Il farmer domanda al novizio se ha dato loro da mangiare. - Si - egli risponde. - E che cosa? - Fieno. - Come? Hai dato fieno alle oche? E lo hanno mangiato? - Non ancora. Stanno discutendo...

Quantunque amico delle scienze esatte, Enzo Giacchero si trova immischiato in una guerra, dove perde una gamba. "Non ancora soddisfatto", parole sue, nel '43 fonda la divisione partigiana "Asti", una tra le piu' provate e della quale sara' vicecomandante sino alla fine della guerra. Subito dopo, e' prefetto di Asti per alcuni mesi; sara' poi eletto all'Assemblea Costituente, per passare in seguito alla Commissione Europea del Carbone e Acciaio (Ceca). E' l'anno, finalmente, in cui egli ritorna in seno alle "scienze esatte". Non per merito del carbone e dell'acciaio ma perche' prende moglie: Maria Teresa Ferrari, flgia di quel Luigi Ferrari, avversario implacabile dei fascisti, che gli bruciarono lo studio di avvocato.

Catalogare tra le "scienze esatte" il prendere moglie, non incontrera' certamente l'approvazione di tutti. E pero' lo e', quando dalle due parti, occhi, cuore e cervello non si lasciano ingannare dall'apparenza e prendono il matrimonio sul serio. E' una costruzione da tirar su, e l'on. Giacchero ha gli occhi illuminati di gioia quando parla della sua, cominciando dalla moglie che "ha il senso esatto della verita' e dell'onesta'" per poi passare alla piccola Magda (7 anni e 1/2) che e' squisitamente "fantasiosa", al piccolo Marco (6 anni) che "somiglia alla madre", alla piccola Barbara (4 anni e 1/2) "attiva ordinata" e alla piccolissima Claudia (3 anni) che "riassume le piu' belle qualita' di tutti gli altri" e che sara' indubbiamente una gran donna, perche' gia' adesso "sa quello che vuole".

Ecco allora l'on. Giacchero sorridente. Io l'avevo gia' visto sorridere nel nostro primo incontro ma era un sorriso diplomatico, un sorriso di cortesia, ed anche un sorriso polemico nei confronti delle critiche piu' avventate - talvolta in palese malafede - rivolte all'insieme delle opere di Italia '61.

Al secondo incontro, viceversa l'on. Giacchero era serio, quasi cupo. Sembrava oppresso da una stanchezza psicologica.

- Il mio, egli dice, e' stato in fondo un lungo lavoro di cireneo. Ho avuto la gioia di collaboratori che hanno spinto il loro zelo sino al sacrificio ma anche l'amarezza di incomprensioni enormi, soprattutto quella di coloro, i quali, facendo poco o nulla, guadagnavano con sufficienza e quasi con dispregio quello che era stato fatto. E le noie, ho avuto, di chi mi rimproverava i soccorsi d'urgenza in questo e quello: mi dicevano che dovevano seguire "una certa procedura", che dovevo "pensarci un mese prima" favorendo cosi' quella procedura ma dimenticando che per lo piu', data la pressione di una quantita' di cose, non si poteva dire con sicurezza oggi quelle che c'era da fare domani. L'on. Giacchero non ha voluto citare nomi a proposito dei collaboratori piu' benemeriti.

- Rischierei spiacevoli dimenticanze oppure farei un elenco troppo lungo. Affermo che tutte le persone cui incombevano incarichi essenziali hanno svolto il loro compito con zelo, intelligenza, e alto senso di responsabilita'. Un grazie particolare devo rivolgere alle importanti aziende torinesi che ci hanno "prestato" gratuitamente alcuni dei loro migliori funzionari: la FIAT, la SIP, la STIPEL, l'Azienda Elettrica Municipale, la Societa' Acque Potabili, l'Istituto di San Paolo e la Cassa di Risparmio. Anche l'Amministrazione Provinciale ci e' stata di largo aiuto in tal senso. Ne' voglio dimenticare l'apporto decisivo per le realizzazioni delle opere di Italia 61 dato dalla prima Commissione per la Consulenza Tecnica, che appresto' tutti gli elementi necessari all'impostazione anche amministrativa dei lavori.

- Se lei, on. Giacchero, si trovasse di nuovo di fronte a una stessa impresa l'accetterebbe?

- Se per l'amor di patria, si. Come lavoro, no.

L'amor di patria, e' un'altra delle belle cose all'antica. Per esso, l'on. Giacchero ha perduto, abbiamo gia' visto, una gamba, lui che "amava molto lo sport, soprattutto la corsa veloce e il salto in lungo".


(Dal Notiziario di Italia '61, n12 ottobre 1961)