Mostra delle Regioni
Padiglione dell'Emilia Romagna
Presidente del comitato regionale:
Roberto Vighi
Progettista dell'allestimento:
Giancarlo Monari
Le città capitali
Nessuna regione italiana come l'Emilia è tanto ricca di città che furono capitali di Stati in varie epoche della storia. Ravenna fu addirittura capitale dell'Impero Romano d'Occidente e successivamente della dominazione bizantina in Italia. rimini assurse nei secoli XIV e XV alla dignità di centro della vasta dinastia dei Malatesta che riuscì ad estendersi, ad un certo momento, dalle Marche alla Lombardia. Parma, insieme con Piacenza, fu la capitale dello Stato dei Farnese prima, e successivamente dei Borboni, fino all'annessione definitiva al Regno d'Italia. Modena, dopo essere stata la perla del grande stato feudale di Matilde di Canossa, che poté opporsi vittoriosamente agli Imperatori di Franconia, divenne successivamente, insieme a Reggio, il capoluogo del Ducato estense, fino alla seconda guerra di indipendenza.
Ferrara, centro del ducato estense, fino al 1598, fu una capitale meravigliosa del Rinascimento, tra le più importanti sotto il profilo politico e culturale. Infine Bologna, che pure fu nel secolo XIII il Comune più potente e temuto in tutta l'Emilia e la Romagna, affidò la sua fama internazionale al suo Studio, il primo in Europa, e fu la vera capitale del Diritto.
Capitali politiche, centri di arte e di cultura, queste città non esaurirono la loro funzione storica in un ambito territoriale più o meno ristretto, ma attinsero valori di universale civiltà, di altissimo significato spirituale.
Le bonifiche e l'industrializzazione dell'agricoltura
In tutta la pianura padana la storia delle popolazioni e' sempre stata legata alla natura geologica ed idraulica di un territorio alluvionale che tuttora può ritenersi non completamente assestato. La porzione di questo territorio che giace alla destra del Po, da Piacenza al mare, può essere considerata in realtà il risultato di una secolare azione dell'uomo che, regimando i torrentizi corsi d'acqua appenninici e risanando terreni paludosi o salsi, ne ha saputo fare una delle più fertili plaghe italiane.
Le prime sporadiche vicende di questa lotta secolare possono forse identificarsi nella storia degli antichi insediamenti etruschi e romani, per risalire anche alle grandi comunità monastiche medioevali. In realtà, le prime vere bonifiche sono tentate o compiute dai principi che, dal rinascimento all'unità italiana, governarono i numerosi Stati in cui era divisa l'Emilia. Tuttavia l'insufficienza dei mezzi disponibili, i successivi bradisismi, la frequenza di terre sotto il livello del mare o comunque non scolanti naturalmente, resero assai spesso impossibili o inefficaci queste opere, malgrado la notevole perfezione tecnica fin d'allora raggiunta.
La redenzione e' stata possibile solo quando, inventata la pompa idrovora, essa fu applicata in impianti di bonifica, il che avvenne per la prima volta con la costruzione degli stabilimenti idrovori di Marozzo, nel 1872.Si può quindi ben dire che la bonifica nasce e si compie nello spazio di questo primo secolo di unità nazionale.
In questo periodo sono stati affrontati e risolti non solo problemi idraulici ed agronomici, ma soprattutto gravi ed impellenti problemi sociali ed umani: di tutto questo narra appunto per rapide sintesi il padiglione.